Fake news e reputazione delle imprese: come possiamo difenderci

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Fake news: problematica figlia di un mondo iperconnesso

La tematica delle fake news è diventata nel corso degli ultimi anni sempre più rilevante; notizie non verificate, dicerie, falsità vere e proprie fatte veicolare al solo fine di screditare un personaggio pubblico, un’azienda, una comunità.. la circolazione delle fake news è una piaga difficile da eliminare, soprattutto in un mondo iperconnesso come il nostro, dove ogni notizia o fatto può arrivare da una parte all’altra del mondo con estrema facilità e velocità, creando un effetto dirompente nel giro di pochissimo tempo (se il contenuto della notizia è tale da creare un continuo passaparola e diventare “virale”).

Mai come nel caso delle fake news si ha difficoltà a credere che vengano diffuse in buona fede; quanto mai è la sorgente della notizia ad essere spesso manipolatoria, col solo fine di creare un vizio alla controparte di cui si sta parlando; la diffusione della news stessa trova proliferazione grazie anche all’alto tasso di analfabetismo funzionale (un recente studio ha confermato quanto il nostro Paese abbia questo triste primato dell’incapacità di saper discernere un contenuto vero da uno montato a regola d’arte, soffermandosi spesso e volentieri solo alla lettura del titolo, elemento spesso manipolato col fine di renderlo più facilmente condivisibile).

Cosa può fare un’impresa per difendersi da queste notizie volutamente diffamatorie?

Oggi non si può più solo effettuare dei controlli sui classici mezzi di comunicazione, come radio, TV e carta stampata, ma si deve tenere conto soprattutto del potere dei social, dove vi è una grossa proliferazione di fake news e pagine appositamente create per ideare notizie false su internet, ma che riescono facilmente ad ottenere un grandissimo numero di condivisioni.

Il fine di chi crea una fake news resta sempre il solito, ossia diffamare e far apparire l’impresa o il singolo soggetto come inaffidabile; la grande problematica di queste notizie è proprio l’enorme danno di immagine che si rischia di generare e che comporta spesso tempo e pazienza per eliminarne le scorie.

Nascita di una fake news aziendale

Fake news cosa sono e come nasce una notizia studiata ad arte col solo fine di diffamare?

Carlo Vivarelli

Ci siamo rivolti ad un esperto del settore, ossia Carlo Vivarelli della Vivarelli Consulting, società di consulenza che ha spesso a che fare con la risoluzione di crisi di impresa causate anche dalla diffusione di notizie manipolatorie.

Il problema delle fake news, per come lo vedo io, deriva soprattutto dal fatto che le aziende si trovano ad operare in un contesto comunicativo molto più ampio e dinamico rispetto anche a solo 10 o 20 anni fa. Un tempo l’impresa aveva un cosiddetto primato informativo, ossia deteneva il controllo sulle informazioni che la riguardavano; oggi tale primato è venuto totalmente a mancare, i consumatori hanno la possibilità di crearsi dei percorsi informativi alternativi, indagando e studiando l’azienda e afffidandosi a notizie che non provengono direttamente dalla stessa (anche le sole recensioni che oggi si possono scrivere con una certa facilità, rappresentano un’arma a doppio taglio.. chi ha l’intento di diffamare l’azienda non ha alcuna difficoltà a crearne una fasulla che può generare un sensibile danno d’immagine in poco tempo).

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Ecco perché nascono le fake news, nel momento in cui si ha una libertà pressochè illimitata di recepire informazioni dall’esterno, non è difficile trovare qualcuno che punta a veder screditata l’immagine di quell’azienda… e da li a generare notizie non verificate è un attimo.. la capacità di diffondersi a macchia d’olio è figlia dell’alto livello di connessione globale ormai raggiunto… un bene per le imprese, perché consente loro di aprirsi ai mercati esteri più facilmente, un male perché il rischio di essere screditati e diffamati diventa sempre più elevato”.

Difendersi da una fake news è possibile?

Avete a che fare anche con altre tipologie di discriminazione, come nel caso delle fake news contro esponenti politici o personaggi pubblici?

Certamente, lo vediamo quotidianamente su qualunque piattaforma social come le fake news arrivino a colpire anche esponenti politici e personaggi pubblici. Quando ci facciamo carico di seguire un personaggio del mondo della politica per la gestione comunicativa della sua campagna elettorale, spesso abbiamo a che fare con tentativi di manipolazione della realtà, con notizie false e generate ad arte colo solo fine di screditarlo e fare in modo che il consenso vada direttamente ad altri candidati.
Altre volte le fake news sono produzioni involontarie, nate spesso dalla concitazione del clima (la campagna elettorale è a tutti gli effetti una partita di calcio dove la rivalità tra le parti avverse è particolarmente sentita)

Molte tematiche vengono sfruttate in campo politico per diffamare la controparte avversaria.. noto ogni giorno di più delle notizie totalmente inventate che hanno il solo scopo di manovrare l’opinione pubblica in modo da far convergere voti verso una coalizione o l’altra… in un contesto simile ritengo che sia molto difficile far veicolare una notizia senza che questa rischi di essere modificata ad arte.”

In un contesto come quello odierno sembra davvero difficile potersi difendere dalle fake news; quali contromisure possono essere attuate?

Si può innanzitutto cercare, come impresa, di mettere in atto una controffensiva per eliminare gli effetti negativi della fake news, contando sulla compartecipazione di attori esterni, la cui valenza è quella di “testimoniare” l’infondatezza delle notizie fake e disinnescare la portata del dubbio che si è venuto a generare nella mente delle persone. In seguito si può considerare tutta la disciplina legale che può portare a sanzionare chi ha provato a diffamarci.

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La prima cosa che si può fare, sia che si lavori in un’azienda, sia che venga colpita la nostra persona, è quella di chiedere la rimozione delle notizie false. In particolar modo, se queste sono state generate sui social, possiamo fare una segnalazione che deve prontamente essere effettuata anche da altri, in modo da rendere il messaggio chiaro e fare in modo che la fake news venga tolta il prima possibile.

La tempistica in questi casi è sicuramente importante, ma molto dipende anche dal modo in cui si risponde! Quindi cercate di riordinare le idee e di organizzare una controinformazione ben fatta ed atta a screditare e isolare il contenuto della fake news; una buona idea può essere quella di far realizzare un comunicato stampa dove, oltre a denunciare la falsità, si espone nel modo corretto il nostro reale punto di vista. O affidare a terzi, il cui valore reputazionale non è messo in discussione, le nostre parole affinché la veridicità di ciò che diciamo sia condivisa e, dunque, convincente.

Anche sui social stessi, qualora risaltassero dei commenti diffamatori, la cosa migliore da fare non è quella di rispondere a male parole, ma di utilizzare un linguaggio semplice e schietto, con il quale spiegare come il nostro modo di fare/la nostra posizione, sia ben lontana dalla realtà espressa nel commento.

La cosa che non dobbiamo mai fare è lasciare che il messaggio diffamatorio si rafforzi, fino a diventare una verità. Se sapete di essere nel giusto contattate tutti i possibili organi di stampa, presidiate i canali di comunicazione ove la notizia sta circolando e organizzate una controcomunicazione efficace; questo fenomeno non deve mai essere sottovalutato, in quanto i danni che può produrre possono essere a volte anche incalcolabili”.

E dal punto di vista legale? E’ vero che i tempi della giustizia in Italia sono molto lenti, ma esiste una disciplina che ci può tutelare?

Purtroppo non possiamo dire che esista una legislazione vera e propria contro il fenomeno delle fake news, di conseguenza quello che può fare un giudice è considerare il singolo caso e vedere come esso va ad incastrarsi con le altre fattispecie previste dal nostro ordinamento giuridico.

Il caso maggiormente considerato è quello relativo al reato di diffamazione, poiché nella sua legislazione si ritrovano gli elementi principali di un classico caso relativo alla diffusione di fake news, ossia il tentativo di screditare e deridere una persona fisica o giuridica agli occhi di un grande pubblico. L’informazione falsa contenuta nella fake news, se accusatoria, può ricadere anche nella casistica del cosiddetto reato di calunnia.

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Per la diffamazione si puà rischiare una pena di reclusione da 6 mesi a 3 anni, mentre per la calunnia si può arrivare dai 3 ai 6 anni complessivi.. si tratta, quindi, di un reato particolarmente importante, ma che comunque non sembra scoraggiare la diffusione sempre maggiore di queste notizie.

Un altro possibile reato nel quale può ricadere una fake news è quello di procurato allarme; in questo caso la news, nel momento in cui viene fatta uscire, porta a seminare il panico nella popolazione (per diventare un reato è sufficiente che si generi anche solo un timore diffuso del verificarsi imminente di un pericolo). In questi casi si rischia una pena massima di reclusione di 6 mesi.

Un altro reato possibile è quello di abuso della credulità popolare; se dalla diffusione della notizia può derivare un turbamento dell’ ordine pubblico, si può incorrere in una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000.

Ulteriori reati possibili sono quelli relativi alla distorsione del mercato (3 anni di reclusione, sanzioni amministrative pecuniarie da 516 a 25.822 euro), nel momento in cui la notizia ha lo scopo di generare una turbolenza sui mercati, senza che questa corrisponda a verità, e consideriamo anche il reato di concorrenza sleale, nel momento in cui la fake news ha lo scopo di screditare uno o più prodotti o servizi della nostra azienda (in questi casi la pena è pari ad un risarcimento del danno proporzionato alla misura del danno effettivamente subito)”. Non ultimo il danno di immagine, che oltre a colpire la sfera reputazione, può provocare danni reali anche all’andamento economico di un’impresa.

Per gli utenti che condividono una fake news esiste la possibilità di incorrere in uno di questi reati?

Dipende molto dal grado di consapevolezza (che deve comunque essere provato) del soggetto che diffonde le notizie false; se non si aveva la consapevolezza della falsità della stessa non si rischia di incorrere in alcun tipo di reato, a meno che la diffusione non venga accompagnata da affermazioni altamente offensive. Qualora vi sia una consapevolezza reale, ciò che rischia il soggetto è di essere considerato come un corresponsabile della fonte originaria di fake news, e per questo potrebbe ricadere nei casi di reato fino ad ora enunciati”.

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