Diritto Societario

Diritto societario

Uno degli elementi fondamentali, per lo sviluppo economico di una società industriale, è certamente l’impresa. Ma nel corso del tempo, con la sempre crescente distribuzione della ricchezza, ha trovato affermazione il fenomeno delle imprese collettive, ovvero le società. Il termine “società” non identifica unicamente un solo oggetto. Può indicare il rapporto che lega i soci tra di loro, oppure il soggetto degli stessi soci, e ancora, il contratto indicato all’articolo 2247 del codice civile. Da questa norma codicistica, si evince che due o più persone possono decidere di conferire beni o servizi per l’esercizio di un’attività economica con lo scopo ultimo di dividerne gli utili. Tale nozione di società non risulta però del tutto esaustiva. Sono, infatti, da ricomprendere all’interno del fenomeno societario anche altri enti sociali, come le società senza scopo di lucro, oppure quelle unipersonali, costituite da un unico soggetto e introdotte per la prima volta con il decreto legislativo n. 88 del 3 marzo 1993.

Funzioni e origini del diritto societario

Ad occuparsi delle questioni che riguardano la vita societaria e al rapporto tra la società e i suoi organi è il diritto societario. Tale branca del diritto è collocabile all’interno del più ampio e generale diritto commerciale. A fondare il diritto commerciale fu il giurista Benvenuto Stracca, quando nel 1553 nella sua opera” De mercatura seu mercatore tractatus” lo considerò un insieme di norme distinte dal diritto canonico e civile. L’intensa attività commerciale nel corso del Medioevo portò all’esigenza di una specifica regolamentazione. Le prime norme avevano carattere consuetudinario e riguardavano strumenti come la cambiale, le assicurazioni, ma anche alcune originarie specie di società. Con il tempo sono nati nuovi contratti per far fronte alle crescenti esigenze imposte dai traffici commerciali e sorsero nuovi istituti come le scritture contabili e la disciplina della concorrenza per razionalizzare l’esercizio dell’attività mercantile, la scoperta dell’America, le grandi codificazioni dell’800. Tutte queste trasformazioni hanno contribuito a determinare la fisionomia del moderno e attuale diritto societario.

Tra le funzioni principali del diritto societario vi rientrano quella di stabilire il funzionamento e l’organizzazione delle società e di contenere i possibili conflitti che possono insorgere tra i vari stakeholders, ovvero i soggetti portatori di interesse a vario titolo, insider e outsider, nei confronti della società stessa. Per tali conflitti, si parla in proposito di “problemi di agenzia”.Questi possono sorgere tra i manager e gli azionisti, tra gli azionisti e altri soggetti, e tra gli azionisti stessi. Il diritto societario ha un ruolo di primaria importanza per risolvere e prevenire questi comportamenti opportunistici, e per farlo si avvale di strategie normative.

La riforma del diritto societario

Il diritto societario è stato investito da una profonda riforma, attuata dal D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 (nel testo definitivo aggiornato al D.Lgs. n. 37/2004, entrato in vigore dal 1° gennaio 2004). Questi ha modificato a fondo la disciplina delle società di capitali, in particolare della società per azioni e della società a responsabilità limitata. La riforma si è mossa innanzitutto cercando di donare flessibilità agli schemi societari al fine di garantire una maggiore adattabilità della veste giuridica alla mutevolezza del mercato. Per questo si è dato valore e si sono modificati e gli spazi legati all’autonomia statutaria delle società, oltre che a procedere ad un’efficace semplificazione degli aspetti burocratici.

Con riferimento alla S.p.a le principali novità hanno riguardato per esempio la possibilità di costituire società unipersonali, l’introduzione dei patti parasociali, modifiche al diritto di recesso e ai sistemi di amministrazione e controllo. L’amministrazione della società ha visto l’introduzione di due nuovi modelli organizzativi alternativi al sistema tradizionale, il modello monistico e quello dualistico. Le S.r.l sono state allontanate come genere dalle S.P.a e connotate da caratteri propri delle società di persone. In quest’ottica è la possibilità di conferire qualsiasi attività suscettibile di valutazione economica.

La riforma è stata animata in parte da un valore chiave come quello della concorrenza, affermato anche dal crescente processo di integrazione europea. Essenziale è che le società operanti nel territorio nazionale siano in grado di competere a livello globale e ciò può avvenire solo con un assetto organizzativo e gestionale caratterizzato da semplicità e fluidità. Ma ad un tale impulso orientato all’efficienza e alla competitività, la riforma ha aggiunto anche garanzie di trasparenza dell’attività societaria, per evitare ripercussioni negative sul mercato e sugli investitori.

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