Reddito di Cittadinanza 2023 Requisiti

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Reddito di cittadinanza 2023: le nuove regole

Con l’arrivo del 2023, sono state annunciate delle modifiche profonde in materia di reddito di cittadinanza, ovvero quel sussidio sociale mirato a garantire una fonte di reddito (e l’accompagnamento al lavoro) per le persone e le famiglie in condizione di particolare disagio economico.

Reddito di cittadinanza a chi spetta
Reddito di cittadinanza a chi spetta?

Ma quali sono le principali novità normative del 2023 in ambito di reddito di cittadinanza? Che cosa cambia e cosa resta invece invariato?

Le modifiche comportate dall’introduzione della Legge di Bilancio 2023 (legge n. 197 del 29 dicembre 2022) hanno impattato anche sull’istituto del reddito di cittadinanza (soprattutto in senso restrittivo) mentre rimane invariata attualmente (almeno fino al 2024) la regolamentazione della pensione di cittadinanza.

Ricordiamo che, in caso di dubbio sulle condizioni e sui requisiti di applicazione del reddito di cittadinanza, è sempre possibile chiedere una consulenza ai professionisti legali del settore, in modo da ricevere informazioni mirate, precise ed aggiornate sulle condizioni di accesso a questa misura di sostegno del reddito, evitando così di incorrere in errori nella richiesta.

Di seguito, più nel dettaglio, elenchiamo quali sono le principali modifiche al reddito di cittadinanza che si applicheranno a partire da quest’anno.

Le principali modifiche al reddito di cittadinanza 2023

Di seguito, ecco riassunte le principali modifiche che a partire da quest’anno impatteranno sul reddito di cittadinanza:

Reddito cittadinanza requisiti

    • Durata: reddito fino a luglio 2023. Con la nuova Legge di Bilancio, la durata del reddito di cittadinanza è ridotta a 7 mesi di mensilità (mentre fino al 2022, la durata era di massimo 18 mensilità, eventualmente rinnovabili) per tutti i percettori di età inclusa fra i 18 ed i 59 anni, purché abili per svolgere un’occupazione. Il reddito, quindi, sarà tendenzialmente erogato solo fino a luglio 2023. Rimane la durata di 18 mesi solamente per i nuclei familiari con soggetti minorenni, disabili, o anziani (persone di età pari o superiore a 60 anni).
    • Nuovi obblighi per chi percepisce il reddito di cittadinanza. I percettori di reddito di età inclusa fra i 18 ed i 59 anni devono essere inseriti in percorsi di formazione professionale (o riqualificazione): la mancata partecipazione al corso, che viene comunicata dagli elenchi delle regioni direttamente all’ANPAL, determina l’esclusione del soggetto inottemperante dalla misura di sostegno.
    • Obbligo scolastico e reddito di cittadinanza. Per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza e siano di età inclusa fra i 18 ed i 29 anni, se non sono in regola con la frequenza dell’obbligo scolastico, l’erogazione del reddito è invece subordinata all’iscrizione e alla frequenza dei corsi scolastici, fino al termine del ciclo della scuola dell’obbligo.
    • Lavori utili alla collettività. Una delle modifiche più radicali all’istituto del reddito di cittadinanza consiste nel fatto che tutti i percettori di questa misura dovranno essere impiegati in progetti “utili alla collettività”. Fino all’anno scorso, questa previsione doveva riguardare almeno un terzo dei percettori del reddito, e non la totalità.
    • Il rifiuto di qualunque offerta lavorativa (e non più solo di offerte ‘congrue’) determina la cessazione della percezione del reddito di cittadinanza. La congruità dell’offerta di lavoro, lo ricordiamo, era legata alla vicinanza del luogo di lavoro rispetto alla residenza del soggetto, nonché alla retribuzione (che non doveva essere inferiore ai minimi salariali impostati nei CCNL di riferimento) e al fatto che l’offerta dovesse essere idonea rispetto alle competenze maturate. Tecnicamente dal 2023, quindi, la mancata accettazione di qualsiasi proposta di lavoro sul territorio nazionale potrebbe comportare la perdita del diritto al reddito di cittadinanza.
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2023: cambiano gli importi del reddito di cittadinanza?

La legge di Bilancio 2023 non ha modificato né i criteri ISEE per la percezione della misura (resta comunque necessario rinnovare l’ISEE 2023 per poter continuare a fruire della misura di sostegno al reddito), né gli importi del reddito, tuttavia essa ha modificato le modalità di erogazione della misura nei seguenti termini:

    • il canone annuo di affitto, per quella parte che veniva erogata tramite il reddito di cittadinanza, verrà disposta direttamente nei confronti del locatore. Quindi non sarà più corrisposta direttamente al percettore del reddito.
    • I percettori di reddito di cittadinanza che saranno assunti con contratti stagionali o intermittenti, se retribuiti con un massimo di 3mila euro lordi, non vedranno conteggiato questo importo ai fini del reddito di cittadinanza.
    • Per il 2023, i datori di lavoro privati che assumono persone che percepiscono il reddito di cittadinanza avranno lo sgravio del 100% dei contributi previdenziali riferiti al dipendente in questione.

Chi non percepirà più il reddito di cittadinanza?

Reddito di cittadinanza requisiti 2023
Reddito di cittadinanza requisiti 2023

Come è stato chiarito, a partire dal 2023 il reddito di cittadinanza non sarà più erogato a chi rifiuta la prima offerta di lavoro: fino al 2022, era possibile rinunciare ad una offerta di lavoro congrua, mentre da quest’anno questa previsione è stata eliminata.

Inoltre, essendo previsto dalla Legge di Bilancio 2023 che il reddito di cittadinanza sarà erogato, per l’anno corrente, per 7 mensilità, ne consegue che da luglio 2023 la stragrande maggioranza dei soggetti che sono destinatari della misura saranno privati del reddito di cittadinanza.

A partire dal 2024, invece, il reddito di cittadinanza potrebbe essere completamente eliminato per tutti i cittadini italiani, anche per chi percepisce la pensione di cittadinanza e per chi ha minorenni in famiglia. L’esecutivo, nel prospettare il superamento della misura, ha lasciato intendere che verranno previsti altri strumenti di contrasto alla povertà.

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Reddito di cittadinanza a chi spetta? Come fare ricorso?

Se si hanno dubbi sulla applicazione delle norme in materia di reddito di cittadinanza o altri sussidi, per evitare di incorrere in errori è sempre possibile rivolgersi a degli esperti per una consulenza legale e/o fiscale sul tema.

Il supporto di professionisti può essere dirimente per valutare a quali agevolazioni si abbia o meno diritto, evitando poi future contestazioni con le autorità. Per fare ricorso con l’avvocato se vi è stato tolto o ridotto l’assegno ingiustamente contattateci subito.

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