L’omicidio stradale è legge

omicidio stradaleFINALMENTE LEGGE!

Se ne parla da anni, ma finalmente l’omicidio stradale è legge. Per l’esattezza è dal 2011 che è stato depositato un disegno di legge da parte dell’Associazione Lorenzo Guarnieri, intitolata a una delle tante vittime della strada, ucciso tra il 1 e il 2 giugno 2010 da un ubriaco in sella a uno scooter. Proprio l’impegno dell’Associazione fiorentina nel sensibilizzare sul tema degli omicidi stradali ha trovato una voce importante nel primo ministro ed ex sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

LA LEGGE NELLO SPECIFICO

Un disegno di legge che si è ampliato rispetto all’inizio, ma è dovuto passare attraverso la fiducia per superare veti incrociati, con le ovvie polemiche del caso da parte dell’opposizione, ma anche la soddisfazione della maggioranza per essere riusciti a portare a casa una legge importante. Che introduce l’omicidio stradale per due casi di particolare gravità: stato di ebbrezza media, o guida pericolosa (carcere da 5 a 10 anni), e stato di ebbrezza grave, ovvero con stato alcolemico superiore a 1,5 g/l. Negli altri casi rimane l’omicidio colposo, che fino a questo momento permetteva a chiunque commetteva un omicidio stradale di passarla praticamente liscia. In aggiunta sono previste misure detentive nel caso di lesioni gravi e gravissime da un minimo di 18 mesi a un massimo di 7 anni. La revoca della patente inoltre può arrivare a un massimo di 15 anni, mentre per i conducenti stranieri si applica il divieto di circolazione sul territorio nazionale.

POLEMICHE PER UNA LEGGE DIFFICILE

Non tutti si sono sempre dimostrati a favore della legge, basta ricordare il senatore Manconi che riteneva l’omicidio stradale una sorta di doppione dell’omicidio colposo, col rischio di punire chi magari compie un errore senza effettiva volontà di dolo. In verità questa legge finalmente mette un punto chiave per quello che riguarda le lesioni causate da chi guida un mezzo a quattro o due ruote: che non è tollerabile considerare non voluto un reato quando ci si mette in strada ubriachi o drogati, o eventualmente si va a una velocità che espone le altre persone a un potenziale danno. In questo modo con due anni o meno di pena, non si andava in prigione e si poteva uccidere o ferire impunemente. Pur con la discrezione del giudice, speriamo che sulle strade italiane (finalmente) qualcosa cambi…

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