Ius soli: come funziona la cittadinanza negli altri paese europei?

Il 21 giugno a Torino e a Roma sono scese in piazza le associazioni L’Italia sono anche io e Italiani senza cittadinanza per una manifestazione di protesta: la richiesta è che il senato voti il disegno di legge 2092 per la riforma della cittadinanza. Il disegno di legge, peraltro, èp stato approvato dalla camera il 13 ottobre 2015, ma ormai è più di un anno e mezzo che è bloccato in commissione affari costituzionali di palazzo Madama.

Si, bloccato per i numerosissimi emendamenti presentati dalla Lega nord. I senatori leghisti non sono i soli a protestare violentemente: con loro si schiera anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre il Partito democratico e i partiti di sinistra hanno sostenuto il disegno di legge; il movimento 5 stelle si è astenuto.

Le normative di oggi

Le norme di oggi (in vigore dal 1992) stabiliscono che se un ragazzo nasce in Italia da genitori stranieri può richiedere la cittadinanza entro un anno dopo il raggiungimento della maggiore età con una clausola però: il ragazzo deve essere stato residente sul territorio italiano legalmente e, soprattutto, senza interruzioni dalla nascita.

Cosa deve cambiare: ius soli

Lo ius soli è il diritto di acquisire la cittadinanza per tutti quelli che nascono in Italia. Il nuovo disegno di legge, però, non lo prevede ed inserisce uno ius soli temperato: la cittadinanza può ottenerla solo il bambino straniero nato in Italia che, però, ha almeno uno dei genitori in possesso del permesso di soggiorno europeo di lungo periodo oppure di un permesso di soggiorno permanente.

Per ottenere la cittadinanza è obbligatorio fare la richiesta altrimenti non avverrà in maniera automatica. Serve, infatti, una dichiarazione di volontà espressa da un genitore all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore (entro il compimento dei 18 anni). In caso la richiesta non viene effettuata entro questi tempi si ha la possibilità di presentarla entro due anni dal raggiungimento della maggiore età del ragazzo.

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Le associazioni che hanno protestato vedono questi criteri troppo selettivi e quindi in qualche modo discriminatori.

Ius culturae

In base alla riforma si potrà ottenere la cittadinanza anche i ragazzi che hanno frequentato regolamentare la scuola italiana per almeno cinque anni o al compimento del ciclo scolastico previsto. In questa categoria rientrerebbero circa 178mila bambini nati all’estero e che hanno già completato cinque anni di scuola in Italia.

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